Cos’è un volo delle deportazioni

Un video ed un
testo che stanno circolando in rete,

e che ci possono aiutare a dare una
risposta a questa domanda.

 

 

http://www.youtube.com/watch?v=0xSYNOUM6Xo
 
 
Le
persone portate come cadaveri

Ho avuto lo choc della
mia vita quando abbiamo cominciato il nostro viaggio [dal centro di
detenzione] di Tinsley House all’aeroporto. Siamo restati nel bus dalle
ore 11 alle 18 senza poter uscire. Nel bus non abbiamo potuto muoverci
né uscire per 7 ore, poiché ogni detenuto era scortato da due agenti di
sicurezza.

Gli agenti di sicurezza prendevano una pausa ogni 30
minuti ed erano rimpiazzati da altri agenti, mentre noi, restavamo
seduti, stretti come sardine in scatola. Le mie gambe si sono gonfiate e
sembravano pesanti come mai mi era successo.

Più le ore avanzavano,
più ogni ora era per noi un’ora di lotta. Mi sentivo sempre più debole,
come se il mio sangue avesse smesso di circolare. Non eravamo affatto
preparati a ciò che stava per succedere su quel volo charter.

Ovunque
posassi il mio sguardo, non c’era che punizione gratuita.

C’erano
molte donne tristi e molti bambini nei loro passeggini. I bambini
piangevano con veemenza vedendo come i loro genitori venivano trattati.
Su questo volo c’erano molte donne con neonati e i minori separati dai
loro genitori avevano la tristezza sul viso.

Siamo partiti da un
altro aeroporto, Gatwick. Siamo atterrati a Dublino. Là, molti altri
sono saliti sul volo charter. I detenuti di Dublino sono stati condotti
all’aereoporto nei furgoni penitenziari e avevano le manette ai polsi.
Molti erano stati percossi abbondantemente prima di essere imbarcati.

Già
nella stessa Gran Bretagna, un minore era stato picchiato quando aveva
cominciato a scrivere il suo messaggio «Ho lasciato la Nigeria quando
avevo 3 anni, non ho più alcuna famiglia in Nigeria» L’agente di
sicurezza al suo fianco gli diceva che non serviva a niente scrivere e
che si doveva calmare. Tutt’a un tratto, dalla folla sono partite delle
grida che dicevano che dovevano smettere di picchiarlo in quel modo.
Hanno gridato così forte che i medici sono accorsi ad occuparsi del
ragazzo.

Siamo partiti da Dublino per la Spagna, ed è là che è stato
più orribile: uomini e donne ammanettati alle mani e ai piedi. I due
agenti di sicurezza ai miei lati hanno realizzato che le mie gambe
bruciavano. Quello alla mia sinistra mi ha chiesto se avevo problemi
alle gambe e gli ho detto che avevo le vene collassate. Hanno chiamato
immediatamente la squadra medica.

Questi hanno detto che non era
previsto che fossi espulso su quel volo. L’agente di sicurezza ha di
nuovo chiesto cosa si potesse fare nell’immediato. I medici hanno
risposto che bisognava autorizzarmi a camminare o a trovare un posto
dove mettere le gambe in alto. Riuscivo appena a muovere le gambe. E’
stata un’altra causa di sofferenza ed esasperazione.

Quando ripenso a
come siamo stati trattati su questo charter, uno spettro arriva a
svuotarmi il cuore. Non mi è mai stato dato un rapporto medico, benché
l’avessi chiesto mille volte. Tutti gli ospedali che ho visitato mi
domandavano questo rapporto che io non avevo.

Eravamo spaventati in
questo aereo, ero spaventato dal gran numero di gente che non voleva
tornare nel proprio paese.

La mia esperienza: attacchi di panico che
mi assalivano quando vedevo come gli agenti picchiavano tutti quelli che
cercavano di contrastare i loro piani.

Già all’aeroporto, tanta
gente è stata maltrattata, in Spagna i detenuti sono stati insultati, la
polizia li aggrediva verbalmente e li picchiava.

Quando sono
rivenuto dai bagni, ho visto molti di quei detenuti che erano saliti in
Spagna e avevano le manette.

Ho provato a domandare alla polizia
perché stavano così, e allora i poliziotti hanno cominciato a picchiarmi
fino a quando i poliziotti inglesi non li hanno fermati, a causa del
mio stato di salute.

C’erano molti bambini che piangevano a causa di
queste violenze e queste grida nell’aereo. L’insieme di questi
atteggiamenti inattesi mi ha ricordato le mie esperienze di tortura.

Tra
i passeggeri venuti dalla Gran Bretagna, molti gridavano per dire che
dovevano prima passare davanti a un tribunale, altri per dire che
avevano moglie e figli qui in Gran Bretagna. Molti si domandavano cosa
sarebbe successo ai loro beni che avevano lasciato.

La mia grande
sorpresa è stata di non atterrare in un aeroporto nigeriano normale, ma
di atterrare su un terreno chiamato NACO AIRPORT (scalo merci) e che i
nostri bagagli erano stati posati lì senza alcuna custodia e molti
mancavano.

 

 

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